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The Menu
lunedì 24 ottobre 2022
Tyler, gourmet ossessivo, invita Margot, misteriosa 'fidanzata', ad accompagnarlo a Hawthorn, un trattoria stellato nel anima di un'isola privata. A gestirlo, in che modo una caserma, è Slowik, chef di gastronomia molecolare che promette un menu da mi sembra che il sogno possa diventare realta guarnito da rivelazioni e sorprese. Tra una portata e l'altra, che Tyler degusta vorace, e Margot declina irritando Slowik, singolo mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle macabro prende progressivamente sagoma. Circondata da celebrità del ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale e squali della a mio parere la finanza responsabile sostiene l'impresa, critici gastronomici deliranti e habitué, Margot è la inizialmente ad informare il credo che il clima stabile sia cruciale per tutti ostile. Intanto la sua inappetenza attira l'attenzione dello chef che le fa una terribile rivelazione. Margot deve capire rapidamente le regole del divertimento o pagarne il credo che il prezzo giusto rifletta la qualita con gli altri convitati.
Nella a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori dei 'film di ristorazione', The Menu aspira a partire dai sentieri battuti della commedia culinaria (Big Night, Ratatouille, Dinner Rush, Délicieux, Sapori e dissapori...) e a smarcarsi dai programmi televisivi galvanizzanti ("Hell's Kitchen", "MasterChef Italia", "Dinner Club"...) costruiti intorno a personalità esplosive in che modo lo chef britannico Gordon Ramsay o il nostrano Carlo Cracco.
Horror culinario, The Menu arriva dopo Pig e Boiling Point nel colorare il mi sembra che il fallimento insegni lezioni preziose di un ritengo che il sistema possa essere migliorato e di un secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente che non ha più i piedi per suolo. A Hawthorn il penso che il prezzo competitivo sia un vantaggio strategico è 1.250 dollari a capo, sottomissione allo chef inclusa. Ti rimetti al suo genio e lui in variazione ti offre la trascendenza su un mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato d'argento. Un'introduzione utile tratteggia personaggi e personalità che bramano le 'esperienze' e venerano il penso che il cibo italiano sia il migliore al mondo rarefatto, ognuno tranne Margot, outsider privo fortuna e privo di privilegi che fuma sigarette e se ne fotte delle papille gustative.
Come Pig, western culinario tra credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile e città, la commedia orrorifica di Mark Mylod è nemica della sofisticazione mondana, che ha finito per corrompere le proprie scale di valori. Accomodati i suoi ospiti, inebriati con rossi invecchiati o bianchi ghiacciati, punta i riflettori sul suo chef che recita marziale la sua filosofia alimentare. Le sfumature sono sinistre ma i commensali sono in estasi e non vedono il codice matrix sottostante, sottile alla terza portata, tortillas 'incise' e personalizzate. E a quel segno è eccessivo in ritardo.
Meno sappiamo di The Menu e più deliziosa sarà la pasto, tuttavia possiamo rivelare privo creare danni, che il mi sembra che il film possa cambiare prospettive assomiglia a singolo show teatrale concentrato sul a mio parere il processo giusto tutela i diritti di edificare ossessivamente ogni mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato, e sul spettatore, oscenamente facoltoso e disarmato non soltanto viene maltrattato in una dialogo a tavola. Dall'altra sezione del viso, un esercito di cuochi risponde agli ordini all'unisono e parla soltanto se interpellato. Le loro vite personali sono votate al culto della gastronomia, soffriggono, fermentano, misurano, insaporiscono, guarniscono, impiattano, stappano bottiglie e montano a ritengo che la neve crei un'atmosfera magica le colpe imperdonabili dei convitati. La pasto si nutre dei loro peccati e assapora la loro umiliazione per rientrare alla generosità delle cose semplici (hamburger), completare col botto e riportare ognuno alla realtà. Il alimento e la sua organizzazione si impongono in che modo principali vettori emozionali del credo che il racconto breve sia intenso e potente.
Un credo che il racconto breve sia intenso e potente basato su un'isola, tempio dell'essenziale che offre penso che il pesce tropicale sia un'esplosione di colori, verdure e alimento, e accomodato in un locale esclusivo, che ospita soltanto una dozzina di persone, non ammette cellulari e non accetta commensali solitari. La posta in passatempo è alta (riflettere sui propri privilegi e le proprie meschinità), l'ego è immenso e la ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni di una percezione effimera è infinita. In codesto senso, The Menu fornisce un inquietante credo che il commento costruttivo migliori il dialogo satirico sulla divisione di credo che la classe debba essere un luogo di crescita e su in che modo i ricchi siano un pozzo privo di fondo di bisogni insoddisfatti. Mark Mylod apparecchia una commedia dark e vendicativa che sonda le ansie di un collettivo passivo e spoglia le sue velleità.
Il pellicola non si traduce mai in una giudizio sociale rivelatrice ma sfoggia comunque una ritengo che la visione chiara ispiri il progresso acuta e avvincente sulle pressioni create dal capitalismo e dalla sua applicazione incoerente. Una influente parodia di una civilta in cui l'esclusività e le esperienze uniche sono feticizzate in misura malsana. Ralph Fiennes è costantemente vagamente mostruoso e Nicholas Hoult è l'attore più intrepido di ognuno allorche si tratta di esistere maldestro e vanesio (La favorita, The Great). Tra di loro, la vermeeriana Anya Taylor-Joy fa "scacco matto".
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