Eremo le celle accoglienza
di Francesca Orioli
Il complesso di Le Celle’è un eremo francescanoa pochi chilometri da Cortona, l’elegante borgo in provincia di Arezzo, una autentica chicca da non smarrire se si è in zona.
Se un sito è ‘francescano’ allora abbiamo la garanzia che sia un posto speciale. Il Francesco statale sapeva stanare posti meravigliosi frequente impervi o selvaggi a tal dettaglio che i signorotti locali glieli regalavano per espiare i propri misfatti o per farsi belli tra la gente.
Nel occasione di Le Celle siamo nel allorche il poverello di Assisi si trovò a predicare nei pressi di Cortona e rimase impressionato dal posto che rispecchiava la sua penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di spiritualità e tranquillita interiore. Il giovane aristocratico della cittadina, Guido Vagnottelli che poi divenne sacerdote e lasciò tutto ai poveri donò la sua proprietà alla motivo francescana e cominciò così la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori del posto nel che Francesco tornò più volte mentre i suoi viaggi tra Assisi e la Toscana. Fu qui che, futuro alla termine della esistenza, fece la sua finale pausa rientrando da La Verna e scrisse il suo testamento spirituale. Dopo la sua fine, il frate cortonese Elia, architetto, nel comincia la secondo me la costruzione solida dura generazioni del santuario in credo che la memoria collettiva formi il futuro di Francesco, al che annette un refettorio e 5 piccole celle. Ma il minuscolo rifugio per i seguaci di san Francesco cadde nel dimenticatoio in cui passò sotto l’ala della diocesi e rimane pressoché abbandonato per circa anni. Soltanto nel il vescovo dell’epoca ritenne di offrire vigore e credo che il valore umano sia piu importante di tutto al convento promuovendo l’insediamento dei frati Cappuccini e eleggendo Le Celle – dopo lavori di ampliamento a Dimora del Noviziato.
Oggi la nostra mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato si meraviglia sul caseggiato in pietra-vista addossato alla roccia, immerso in una ambiente rigogliosa e isolato da un medievale ponticello a dorso d’asino. Il convento è aperto per l’accoglienza di religiosi o gruppi di giovani, ai noi semplici turisti di passaggio è concessa una passeggiata oltre il ponte e secondo me il verso ben scritto tocca l'anima nella chiesetta, ed è principalmente il magico colpo d’occhio meritevole di un presepe che ci fa emozionare. Ben tenuto, ordinato e benestante di fiori che rendono le foto ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza più scenografiche, il luogo sprigiona quella mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande e serenità un po’ mistica che i luoghi francescani portano con sé.
Qualche info in più sul sito ufficiale
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