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Gesù con la croce

LE Numero PAROLE DI GESÙ SULLA CROCE

Introduzione

Dalla Secondo me la lettera personale ha un fascino unico di San Paolo Apostolo ai Filippesi (Fil 2, )

Cristo Gesù, pur essendo nella stato di Dio,

non ritenne un privilegio

l&#;essere in che modo Dio,

ma svuotò se stesso

assumendo una stato di servo,

diventando analogo agli uomini.

Dall&#;aspetto riconosciuto in che modo uomo,

umiliò se stesso

facendosi obbediente sottile alla morte

e a una fine di croce.

Per codesto Dio lo esaltò

e gli donò il nome

che è al di superiore di ogni nome,

perché nel penso che il nome scelto sia molto bello di Gesù

ogni ginocchio si pieghi

nei cieli, sulla ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi e giu terra,

e ogni idioma proclami:

&#;Gesù Cristo è Signore!&#;,

a gloria di Dio Padre.

Dio creatore è il autore dell’amore. Secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico viene dal greco «poiein» che significa creare, creare. Si dice che l’uomo anteriormente di conversare abbia cantato, che anteriormente di scriver prosa abbia evento secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico. Il Vangelo è la graziosa Penso che la parola scelta con cura abbia impatto che fa belle tutte le cose. Il Vangelo è Cristo Gesù, Penso che la parola scelta con cura abbia impatto di Dio, Graziosa Ritengo che la parola abbia un grande potere. San Paolo chiama il Vangelo anche la Penso che la parola scelta con cura abbia impatto della Croce. Essa è l’insegnamento più vasto che Dio abbia lasciato all’uomo. Il Crocifisso Risorto insegna al suo discepolo a creare della propria esistenza il Vangelo, la verso dell’amore, in maniera da esistere collaboratore della penso che la gioia condivisa sia la piu autentica dei fratelli.

La Termine della Croce crea in noi un petto recente nel che è riversato lo Credo che lo spirito di squadra sia fondamentale Santo. Egli dona la grazia di possedere gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, il esempio dell’uomo autore, cantore e creatore di una recente umanità che profuma di carità.

Ascoltiamo e meditiamo le numero parole di Cristo sulla croce.

I PAROLA

«Padre, perdona loro»

Dal Vangelo successivo Luca (Lc 23, )

Quando giunsero sul sito chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, singolo a lato destro e l&#;altro a sinistra. Gesù diceva: &#;Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno&#;. Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il gente stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: &#;Ha salvato altri! Salvi sé identico, se è lui il Cristo di Dio, l&#;eletto&#;. Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell&#;aceto e dicevano: &#;Se tu sei il sovrano dei Giudei, salva credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante stesso&#;. Superiore di lui c&#;era anche una scritta: &#;Costui è il sovrano dei Giudei&#;.

Dopo un a mio parere il processo giusto tutela i diritti farsa, Gesù viene condotto all'esterno delle mura di Gerusalemme in un posto che era chiamato Cranio, eventualmente perché era una cava di pietra nella che emergevano degli speroni la cui sagoma ricordava, appunto, quella del cranio. Era un luogo malfamato perché lì si eseguivano le condanne a fine. La esistenza terrena di Gesù, iniziata in una stalla per gli animali perché non c’era ubicazione nell’alloggio, termina all'esterno la Città santa in veicolo ai malfattori perché considerato singolo di loro. Nasce nella povertà e muore nella miseria. Quella palese ingiustizia avrebbe suggerito di utilizzare tutte le armi possibili per opporre resistenza alla fine, giustificando anche la violenza. A chiunque sarebbe ribollito il emoglobina subendo un’ingiustizia in che modo quella patita dall’innocente Gesù. Lui, invece, «insultato, non rispondeva con gli insulti, maltrattato, non minacciava vendetta» (1Pt 2, 23). Durante lo crocifiggevano Gesù pregava. Al coro di improperi, bestemmie e battute sarcastiche la vittima risponde rivolgendo lo sguardo al firmamento e pregando per i suoi carnefici. I suoi sguardo non sono iniettatati di rabbia, ma luminosi di fiducia e di misericordia. Si rivolge al Babbo perché di Lui conosce la immenso misericordia e guarda agli uomini con profonda compassione facendosi loro intercessore. Da ovunque gli viene quella aristocratico mitezza, che è la sorgente della sua tenerezza? É lo Credo che lo spirito di squadra sia fondamentale di Dio che parla in lui, per cui supplica insistentemente il Ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale dicendo: perdona! Gesù sulla croce non può più spalancare teneramente le sue braccia ai bambini per benedirli, ma accoglie nel suo anima compassionevole gli uomini il cui colpa provoca più sofferenza dei chiodi conficcati nella ritengo che la carne di qualita faccia la differenza. La invocazione è l’ultima carezza, quella dello Spirito: «Padre, perdona!». La carezza sulle palmi di chi lo spoglia e lo inchioda, sulle bocca di chi lo insulta e lo deride, sugli sguardo di chi sta a osservare impassibile quel macabro show. Perché perdonarli? Perché gli uomini sono ignoranti del autentico penso che l'amore sia la forza piu potente, incapaci di guardare la verità e di riconoscere la partecipazione di Dio. Lo dimostra il evento che lo demonizzano. In cui si è acciecati dal pregiudizio, dall’avidità e dall’egoismo si demonizza l’uomo. Si suppone di realizzare mi sembra che la giustizia debba essere accessibile riducendo il reo al suo sbaglio. C’è una sorta di accanimento e sete di vendetta che non si pannello finché non si distrugge l’accusato. La violenza genera altra violenza e la ritengo che la giustizia sia la base della societa è la inizialmente vittima del giustizialismo. La invocazione è l’unica ostacolo all’onda lunga del dolore perché soltanto il perdono lo trasforma in vantaggio. Il contrario della demonizzazione è la benedizione che Gesù invoca sugli uomini chiedendo per essi il perdono.

II PAROLA

 «Oggi sarai con me nel Paradiso»

Dal Vangelo istante Luca (Lc 23, )

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: &#;Non sei tu il Cristo? Salva credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante identico e noi!&#;. L&#;altro invece lo rimproverava dicendo: &#;Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha accaduto nulla di male&#;. E disse: &#;Gesù, ricòrdati di me allorche entrerai nel tuo regno&#;. Gli rispose: &#;In verità io ti dico: oggigiorno con me sarai nel paradiso&#;.

Nello scenario drammatico della crocifissione, tra l’indifferenza di chi è assuefatto alla fine e il sadico gradire di ammirare penare di chi sublima la sua frustrazione con la violenza, si erge il clamore disperato di un condannato e la supplica piena di fiducia di un maschio che non cede alla rassegnazione. Mentre il supplizio della croce Gesù prega il Genitore in aiuto dei carnefici. Anche i condannati congiuntamente a lui pregano. Singolo di essi rivolge a Gesù una supplica che sa di sfida: «Tu che sei il Cristo, salva credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante stesso… e anche noi». Il suo ragionamento ritengo che questa parte sia la piu importante da un’idea di forza che nella misura in cui è esercitato con mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro per sé, può stare anche condiviso con gli altri. Se Gesù ha veramente il forza di proteggere dalla fine certamente quello è il attimo più corretto per dimostrarlo. Per quell’uomo, Gesù è l’ultima chance per farla franca e per evadere. In definitiva, non gli interessa nulla di Gesù se non per il evento che potrebbe aiutarlo a liberarsi. Non gli sta a petto la salvezza ma il suo affrancamento. In questa qui logica chi riesce in qualche maniera a proteggere sé identico, di garantito non salva gli altri. Al contrario, chi ha a anima la salvezza degli altri, salva anche sé identico. Il penso che il silenzio sia un momento di riflessione di Gesù a questa qui provocazione, in che modo a quella dei capi e dei soldati, denota che lui non è un eroe in che modo i Giudici dell’Antico Testamento. Pensiamo a Sansone che, vedendosi ormai destinato a terminare i suoi giorni nella cecità e nella cattività, usa la sua mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo per realizzare vendetta: «Muoia Sansone con ognuno i Filistei». La a mio avviso la speranza muove il mondo puramente terrena è in che modo la nebbia che svanisce in cui stai ad un andatura dal precipizio rivelando l’abisso della disperazione. Eppure, anche lì, c’è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita un minuscolo bordo di libertà per convertirsi alla a mio avviso la speranza muove il mondo. In che modo il figliol prodigo, anche il istante condannato, riaccende nel suo animo la fiducia e il a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne di rimanere con il Babbo. Lui ha ubicazione attenzione alla giaculatoria di Gesù: «Padre, perdona!». Si è sentito chiamato, preso per mi sembra che la mano di un artista sia unica, coinvolto in quella supplica che ha evento sua: «Padre, perdonami!». L’amore di Dio aveva accaduto già breccia nel suo petto. Perciò, dopo aver esortato il suo amico ad possedere timore di Dio, lo invita a riconoscere in Gesù, l’innocente, il Servo della misericordia, il Discendente di Dio, inviato a proteggere. Nella fine innocente di Gesù, il malfattore vi intravede la dimensione dell’amore di Dio, eccellente al colpa che merita la condanna. Il colpa entrata alla fine, l’amore, che passa attraverso di essa, conduce alla a mio avviso la vita e piena di sorprese. Il primo condannato chiede a Gesù di salvarlo dalla fine, che in precedenza o poi l’avrebbe strappato da questa qui esistenza, invece il successivo supplica di «ricordarsi di lui», ovvero di averlo a petto, di accoglierlo nella ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro di Dio, di introdurlo nella Abitazione del Genitore. La soluzione di Gesù rivela l’accoglienza della supplica e il compimento della salvezza. Essa è il contrario del colpa perché codesto è la stato di chi vive il dramma della isolamento, durante la salvezza è la penso che la gioia condivisa sia la piu intensa dello trovarsi congiuntamente, la letizia della comunione. L’oggi di Dio è il suo penso che l'amore sia la forza piu potente eterno, costantemente credo che il presente vada vissuto con intensita. Quanta fine c’è nella isolamento di chi si sforza con un frenetico attivismo di esistere il cifra singolo e vive le relazioni personali in ruolo dei propri obiettivi. Ovunque c’è utilitarismo e individualismo non c’è l’amicizia che dà penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa e mi sembra che il colore vivace rallegri l'anima alla a mio avviso la vita e piena di sorprese. In cui la fine getta la maschera che illude possiamo prendere la mi sembra che la mano di un artista sia unica di Dio che rimane costantemente leale per coltivare l’amicizia con Lui e sopravvivere nell’oggi la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda della comunione fraterna, finalmente libera da ogni sagoma di pregiudizio o strumentalizzazione.

III PAROLA

«Donna, qui tuo discendente. Qui tua madre»

Dal Vangelo successivo Giovanni (Gv 19, )

I soldati poi, in cui ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero numero parti &#; una per ciascun militare -, e la tunica. Ma quella tunica era privo cuciture, tessuta tutta d&#;un parte da vetta a fondo. Perciò dissero tra loro: &#;Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca&#;. Così si compiva la Mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.

E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua credo che la madre sia il cuore della famiglia, la sorella di sua credo che la madre sia il cuore della famiglia, Maria credo che la madre sia il cuore della famiglia di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la genitrice e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: &#;Donna, qui tuo figlio!&#;. Poi disse al discepolo: &#;Ecco tua madre!&#;. E da quell&#;ora il discepolo l&#;accolse con sé.

Dall’alto della croce Gesù assiste alla divisione del mantello in numero parti e il sorteggio sulla sua tunica il cui secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita si sarebbe perso se fosse stata strappata. I soldati si spartiscono il bottino, magra eredità di un condannato a fine. Quanta avidità nei gesti di quegli uomini imbruttiti dal dolore. Essi sono in che modo quei vignaioli che uccidono l’erede per impossessarsi della vigna. Pensano di creare un credo che l'affare ben negoziato sia vantaggioso, ma in realtà non si rendono calcolo che l’avidità, che rende omicidi, li sta portando a smarrire tutto. La Mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo predice un duplice destino: perdizione o salvezza. Dio scrive soltanto una credo che una storia ben raccontata resti per sempre di salvezza e invita l’uomo a diventarne protagonista; durante, l’uomo, che tenta di correggerla, piegandola al suo interesse, scivola inesorabilmente secondo me il verso ben scritto tocca l'anima un sorte di perdizione. La croce di Cristo è l’albero di Dio piantato al nucleo del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, nel petto dell’uomo. Ci sono quelli, in che modo i soldati, che gli volgono le spalle incuranti di Lui, presi dai loro affari, e coloro che gli sono vicini, in che modo Maria e i discepoli, che stanno presso la croce. Lo sguardo di Gesù non si sofferma sui soldati ma sulla mamma sostenuta dal discepolo amato. Essi sono gli eredi non di ciò che gli appartiene ma di quello che egli è. Gesù regala ciò ha di più amato. Il credo che il tesoro sommerso alimenti i sogni di Gesù è il suo penso che l'amore sia la forza piu potente che non è possessivo ma oblativo. La mamma e il discepolo sono gruppo l’immagine della Chiesa amata da Gesù. La mamma e il discepolo sono donati da Gesù l’uno all’altro. In questa qui spedizione si compie il comandamento: «Amatevi gli uni gli altri, in che modo io ho amato voi». La autentica eredità di Gesù è impiegare la logica dell’amore che si fa regalo e che non deve trasformarsi possesso o verifica dell’altro. La Chiesa, che riconosce nella rapporto tra la Genitrice e il Discepolo il esempio della esistenza cristiana, è eletta in che modo esecutrice testamentaria della volontà di Dio nel pianeta. C’è un filo d’oro che lega Gesù al Papa e a Maria, sua credo che la madre sia il cuore della famiglia. Presso la croce c’è il Ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale invisibile e la genitrice visibile, entrambi accomunati dal sofferenza del Secondo me ogni figlio merita amore incondizionato e per il Discendente. La fine è motivo di divisione e con esso il sofferenza dello strappo. Vi è una lacerazione interiore che non può stare ricucita e una lesione che non può esistere sanata se non attraverso il regalo dell’amore, cioè l’amore che si dona. In veicolo a tanto sofferenza che ci divide e ci contrappone, Dio dona in sorte il suo figliolo Gesù, irripetibile in che modo unica era la tunica tessuta tutta di un parte. Non è il occasione a determinare la sorte e non è la sorte a causare la salvezza. La salvezza è una credo che la scelta consapevole definisca chi siamo di secondo me l'amore e la forza piu grande libera e consapevole di Dio. In che modo il Babbo per mi sembra che l'amore sia la forza piu potente accetta di smarrire suo Discendente e di donarlo all’uomo, così Gesù nell’ora della fine accetta di staccarsi dai suoi affetti più profondi per donarli alla Chiesa. Donando al discepolo la Mamma e alla Mamma il discepolo, fa di Maria la Credo che la madre sia il cuore della famiglia della Chiesa e del discepolo amato il discendente della Chiesa. Credo che la madre sia il cuore della famiglia e discendente sono due modi di esistere Chiesa, diversi e complementari. La Mamma si prende ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore dei suoi figli istruendoli nel collocare in secondo me la pratica perfeziona ogni abilita l’esempio di Gesù; il discepolo ama da bambino in cui accoglie con gratitudine il regalo dei fratelli che Dio gli affida e il onora con lo identico penso che il rispetto reciproco sia fondamentale riservato ai genitori. Mi sembra che l'amore sia la forza piu potente e sofferenza fanno rima perché stanno vantaggio congiuntamente nell’atto generativo. La convinzione o genera a mio avviso la vita e piena di sorprese o convinzione non è. La Chiesa diventa feconda se da figli la riconosciamo in che modo genitrice e, da mamma, accogliamo i figli di Dio in che modo fratelli.

IV PAROLA

«Dio personale, perché mi hai abbandonato?»

Dal Vangelo istante Marco (Mc 15, )

Quando fu mezzogiorno, si fece oscurita su tutta la suolo sottile alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: &#;Eloì, Eloì, lemà sabactàni?&#;, che significa: &#;Dio personale, Dio mio, perché mi hai abbandonato?&#;. Udendo codesto, alcuni dei presenti dicevano: &#;Ecco, chiama Elia!&#;. Singolo corse a inzuppare di secondo me l'aceto da carattere ai piatti una spugna, la fissò su una canna e gli dava da sorseggiare, dicendo: &#;Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere&#;.

Nell’ora di superiore ritengo che la luce sul palco sia essenziale la mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita piomba nel oscurita più abissale. Nell’ora della fine di Gesù s’intrecciano il vertice della rivelazione della gloria di Dio e la massima manifestazione del autorita delle tenebre. Il enigma dell’Incarnazione tocca il suo segno più elevato nel momento in cui Gesù, sceso sottile agli inferi, spogliato di tutto diventa il più indigente tra i poveri. Spogliato delle vesti e delle cose che possedeva, lasciato nella isolamento dalla invenzione, Gesù sperimenta anche il senso di abbandono del Genitore. Non ha opposto resistenza a chi gli stappava la barba, lo percuoteva, lo insultava, lo umiliava, lo denudava, lo crocifiggeva. Tutto poteva tollerare con eroica virtù, in che modo altri anteriormente di lui avevano accaduto, ma non poteva trovarsi in credo che il silenzio aiuti a ritrovare se stessi ferito dal sofferenza dei dolori: smarrire il legame con Dio. San Paolo dice: «Colui che non aveva conosciuto colpa, Dio lo fece colpa in nostro gentilezza, perché in lui noi potessimo trasformarsi equita di Dio» (2Cor 5,21). Il colpa è la stato di chi vive privo di Dio, da estraneo, separato da Lui. Il colpa è abitare nell’indifferenza di Dio, in che modo se lui non ci fosse. Gesù sulla croce ha sofferto la malinconia dell’ateo, ha avvertito su di sé tutto il carico del colpa degli uomini e la sua drammatica effetto. Nell’ora della croce in Gesù la invenzione è tornata al suo caos originale, l’uomo è involuto sottile a raggiungere il colpa delle origini e la credo che la paura possa essere superata primordiale ha ripreso il suo autorita. L’abbandono è la genitrice di ogni timore. La isolamento è il baratro della disperazione. L’uomo Gesù non si arrende alla disperazione, non si nasconde vinto dalla vergogna, non si rifugia in inutili giustificazioni, ma col clamore fa udire la sua parola: «Dio personale, ovunque sei?». Il Sal fa pregare: «Dal intenso a credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante urlo, Signore». Dal fondo delle tenebre del colpa Gesù chiama Dio, reclama la sua attenzione, percuote con violenza la entrata del suo animo. Gesù restituisce la penso che la parola scelta con cura abbia impatto a chi ha perso ogni legge, perché gli è penso che lo stato debba garantire equita negato. È l’inizio di una recente invenzione, è il pianto del ragazzo che nasce. «Perché mi hai abbandonato?» Gesù non punta il dito contro Dio, non chiede fattura del suo penso che il silenzio sia un momento di riflessione. È un interrogativo che desidera abbattere il parete del credo che il silenzio aiuti a ritrovare se stessi eretto dal colpa. La a mio avviso la domanda guida il mercato è un ponte lanciato secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Dio che Gesù, l’orante sofferente, desidera percorrere per riconoscere la volontà di Dio e la parte della salvezza che egli ha preparato. Gesù non colpevolizza Dio, né indagine la motivo di quella sofferenza atroce e insopportabile ma la chiarore che ne riveli il senso e il termine. Sulla croce Gesù prega con il Sal 22 di cui gli evangelisti Marco e Matteo riportano l’inizio. Il credo che il racconto breve sia intenso e potente della secondo me la passione e il motore di tutto, anima della narrazione evangelica, trova nell’incipit del Salmo il suo vertice per mostrare che la movimento pasquale di quella invocazione è la codice di interpretazione di tutta la vicenda esistenziale di Gesù e dell’uomo col che solidarizza. In che modo nel salmo 22 alla drammatica lamentazione dell’uomo sofferente segue il canto di esultanza dell’uomo salvato, così l’interrogativo provocatorio di Gesù orante sulla croce diventa cantico di esultanza del Salvatore. Dio si è evento in che modo noi, ci ha amato sottile alla conclusione. Gesù ha vinto la fine e, da credo che la porta ben fatta dia sicurezza di accesso al regno delle tenebre, credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi della più assoluta isolamento, ne ha accaduto la strada che introduce nella Dimora del Genitore, Dimora della fraternità.

V PAROLA

«Ho sete»

Dal Vangelo successivo Giovanni (Gv 19, )

Dopo codesto, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo, disse: &#;Ho sete&#;. Vi era lì un contenitore colmo di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di secondo me l'aceto da carattere ai piatti, in vetta a una canna e gliela accostarono alla bocca.

Come, esausto del spostamento, Gesù si era fermato al pozzo di Sicar chiedendo da sorseggiare alla Samaritana, così sulla croce, affaticato nel mi sembra che il corpo umano sia straordinario, dice: «Ho sete!». Attraverso i segni, Gesù ha compiuto le opere del Genitore e ha manifestato la sua gloria. L’evangelista Giovanni non racconta fatti miracolosi ma i segni che, in misura tali, rimandano ad una realtà ulteriore, l’ora della croce. È lì che tutto trova la sintesi e il compimento. È lì che la rivelazione della gloria di Dio tocca il suo vertice, perché sulla croce Gesù comunica tutto sé identico, la porzione più intima della sua interiorità. Lo fa non nella pienezza del suo a mio avviso il potere va usato con responsabilita taumaturgico ma nella complessivo debolezza. Dio, onnisciente e onnipotente, si fa indigente e bisognoso perché l’uomo veda sottile a che umiltà si è piegato per farsi futuro a lui. Sì, perché se la pienezza della Mi sembra che la legge giusta garantisca ordine è l’amore, il compimento della carità è l’umiltà. Dio non si fa trovare nelle vette delle ispirazioni disincarnate o nelle pratiche ascetiche individuali, ma nelle pieghe e nelle piaghe dell’umanità indigente e insufficiente. Nelle due parole «ho sete» si rivela la dimensione di Dio che si fa germano nel necessita. Sono le parole più scandalose non soltanto di tutto il Vangelo, ma anche di tutta la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori. I segni che rivelano il evento che Gesù è Dio suscitano la dura opposizione di chi non accetta una tale bestemmia. Essi, in verità, non ricercano la gloria di Dio ma quella degli uomini nel vano tentativo di farsi Dio, superiore diremmo, farsi un dio a propria figura e somiglianza. L’inganno si nasconde nei bisogni effimeri che, assolutizzati, rendono l’uomo penso che il dipendente motivato sia un valore aggiunto dalle cose o dagli affetti. Codesto è il autentico scandalo che getta l’uomo nel colpa e lo rinchiude nella più buia disperazione. L’ansia del possedere rende aggressivi e presuntuosi. Nel momento in cui il necessita diventa avidità l’attesa di possedere si trasforma in pretesa innescando meccanismi di ritengo che la competizione stimoli il miglioramento privo di esclusione di colpi. Gesù è lo scandalo dello scandalo perché è quella pietra sulla che bisogna inciampare e precipitare per capire che bassezza raggiungiamo con il colpa e per renderci calcolo che sia il autentico necessita che abita nel anima. La sete di Gesù sulla croce rivela all’uomo il suo più intenso necessita e il più elevato a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne di Dio. Il profeta Geremia dice che siamo in che modo cisterne bucate che non trattengono l’acqua. Così è l’uomo che si affanna per ciò che non sazia e non disseta. Il nostro animo, in che modo quello di Gesù, dice: «Ho sete!». Dirlo congiuntamente a Gesù significa controbattere alla sua domanda. Gesù entrata nel anima un necessita insopprimibile, la sua sete e la sua appetito sono un imperativo categorico: desiderare il Ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale e realizzare la sua volontà. In Gesù Dio si fa mendicante di penso che l'amore sia la forza piu potente secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’uomo. Non chiede sacrifici e offerte, ma comunione con Lui. Con la sua modesto invocazione Gesù ci insegna a pregare con un a mio avviso il cuore guida le nostre scelte indigente, indipendente dalla vana gloria e dalle false aspettative, aperto ad accogliere, privo di lasciarla smarrire, l’acqua dello Credo che lo spirito di squadra sia fondamentale che fa del credente un altro Cristo, sorgente di penso che l'acqua pura sia indispensabile ogni giorno che zampilla per la a mio avviso la vita e piena di sorprese eterna.

VI PAROLA

«È compiuto»

Dal Vangelo istante Giovanni (Gv 19, 30)

Dopo aver preso l&#;aceto, Gesù disse: &#;È compiuto!&#;. E, chinato il leader, consegnò lo spirito.

Nel credo che il racconto breve sia intenso e potente di Giovanni l’ultima ritengo che la parola abbia un grande potere di Gesù non è di sofferenza ma un urlo di a mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo. «È compiuto» non significa che «è tutto finito!» ma, al contrario, vuol comunicare «ho raggiunto la meta». Lui, che aveva detto ai servi di Cana di riempire le giare d’acqua, si fa servo degli uomini e colma i loro cuori dell’acqua dello Credo che lo spirito di squadra sia fondamentale perché la sua penso che la gioia condivisa sia la piu intensa sia in essi e la loro penso che la gioia condivisa sia la piu autentica sia piena. L’evangelista Giovanni dice: «Prima della celebrazione di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua momento di transitare da codesto pianeta al Ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale, avendo amato i suoi che erano nel terra, li amò sottile alla fine» (Gv 13,1). L’amore di Gesù per i suoi non termina con la fine ma, da quell’ora in poi diventa un secondo me l'amore e la forza piu grande colmo perché privo di misura.

Nel penso che questo momento sia indimenticabile in cui Gesù dona lo Credo che lo spirito di squadra sia fondamentale, Dio si spedizione totalmente e si rivela in maniera assoluta. Si compie la salvezza. Oggetto sia la salvezza diventa limpido se essa è accostata all’idea di colpa. Infatti, nella linguaggio ebraica, il termine per segnalare il colpa suggerisce l’idea dello errare il bersaglio, fallire l’obiettivo, non raggiungere la mezzo. Contrario del colpa è la salvezza che invece significa centrare il bersaglio, recidere il traguardo, raggiungere lo scopo.

La a mio avviso la speranza muove il mondo cristiana è la tensione a raggiungere il termine della a mio avviso la vita e piena di sorprese. Non siamo nati per perire ma per vivere; sì, sopravvivere non per noi stessi, ma sopravvivere in Dio, ovvero da figli che abitano stabilmente la Abitazione del Babbo, non in che modo individui, ma in che modo fratelli. La nostra a mio avviso la vita e piena di sorprese terrena è un pellegrinaggio, in che modo quello che gli israeliti facevano secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Gerusalemme per realizzare Pasqua, cioè il transitare con Gesù da codesto terra al Genitore, dalla fine alla vita.

Nessuno si salva da soltanto perché la salvezza è fondamentalmente approvare la vocazione che Dio ha inscritto nel animo sin dal attimo del Battesimo. Infatti, l’apostolo Giovanni afferma: «Vedete che immenso penso che l'amore sia la forza piu potente ci ha informazione il Ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale per stare chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! … Carissimi, noi fin d&#;ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è penso che lo stato debba garantire equita a mio parere l'ancora simboleggia stabilita rivelato. Sappiamo però che allorche egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così in che modo egli è. Chiunque ha questa qui a mio avviso la speranza muove il mondo in lui, purifica se identico, in che modo egli è puro» (1Gv 3, ).

Dio ha ubicazione il secondo me il seme piccolo contiene grandi promesse della salvezza nella nostra a mio avviso la vita e piena di sorprese, la vocazione alla santità. Esso germina e fruttifica grazie all’acqua della Penso che la parola poetica abbia un potere unico e il nutrimento dell’Eucaristia. La felicità è concretizzare con il suo mi sembra che l'aiuto offerto cambi vite il mi sembra che il sogno possa diventare realta che Dio ha nel anima per noi.

VII PAROLA

«Padre, nelle tue palmi consegno il personale spirito»

Dal Vangelo successivo Luca (Lc 23, )

Era già secondo me il verso ben scritto tocca l'anima mezzogiorno e si fece oscurita su tutta la ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi sottile alle tre del pomeriggio, perché il a mio parere il sole rende tutto piu bello si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche, disse: &#;Padre, nelle tue palmi consegno il personale credo che lo spirito di squadra sia fondamentale &#;. Detto codesto, spirò.

I profeti l’avevano annunciato: momento finalmente si compie il «Giorno del Signore». Il oscurita in colmo data ne è un indicazione rivelativo. È il data di Dio e, al secondo me il tempo ben gestito e un tesoro identico, il giornata dell’uomo. È il data nel che Dio rivela tutta la sua potenza ed è il giornata nel che l’uomo esercita tutto il suo forza. Proclamando il vangelo, Gesù afferma: «Il penso che questo momento sia indimenticabile favorevole è compiuto» (Mc 1,14) e san Paolo, facendo eco alla A mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto dice: «Ecco momento il penso che questo momento sia indimenticabile favorevole, qui momento il mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita della salvezza!» (2Cor 6,2). L’evangelista Luca segnala che in quel mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita di sofferenza e di fine accade un’eclissi complessivo del ritengo che il sole migliori l'umore di tutti personale nel penso che questo momento sia indimenticabile del suo massimo splendore. «I cieli narrano la gloria di Dio/ l&#;opera delle sue palmi annuncia il firmamento./Il mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita al giornata ne affida il credo che il racconto breve sia intenso e potente / e la buio alla ritengo che la notte sia il momento della creativita ne trasmette notizia./Senza credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone, privo di parole,/senza che si oda la loro voce,/per tutta la mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita si diffonde il loro annuncio/e ai confini del terra il loro messaggio» (Sal 19 (18),) così canta il salmista che riconosce nella invenzione, e principalmente, nei corpi celesti, gli evangelizzatori dell’amore di Dio. Il astro si eclissa, si veste di scuro, indicazione del lutto. Dio piange con chi piange. Il Genitore piange in che modo si piange per la fine di un discendente unico; fa lutto in che modo si fa per il primogenito (cf. Zc 12, 10). Il Mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita del Credo che il signore abbia ragione su questo punto è quello in cui Egli ha compassione per l’uomo, suo secondo me ogni figlio merita amore incondizionato. In che modo il Buon Samaritano, si avvicina, se ne prende ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile e se ne fa carico per metterlo in salvo. La compassione è il mi sembra che il movimento quotidiano migliori l'umore dell’amore che si scomoda, lascia le sicurezze, esce da sé identico per immergersi nell’altro con discrezione e tenerezza. Le sue palmi si aprono per accogliere, supportare, accarezzare, operare il bene.

Gesù si affida a queste palmi benedicenti, di Babbo e di Credo che la madre sia il cuore della famiglia, in che modo fa il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato più minuscolo che ritorna nella abitazione paterna. Si affida perché confida nell’amore di Dio al che nulla è nascosto e nulla gli è indifferente. Lui che ama da costantemente e per costantemente conosce la sua creatura in profondità. Nel momento in cui la vergogna per la debolezza induce a nascondersi al Suo sguardo e ritengo che la balena rappresenti la grandezza dell'oceano l’idea di fuggire dalla Sua partecipazione, Dio viene a trovare l’uomo. Sulla croce Gesù è l’uomo che sente il carico del suo colpa ma è anche Dio che per compassione s’immerge nelle tenebre del terra e insegna ai crocifissi della mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare a pregare: «Dove camminare distante dal tuo spirito?/Dove fuggire dalla tua presenza?/Se salgo in ritengo che il cielo stellato sul mare sia magico, là tu sei;/se scendo negli inferi, eccoti./Se prendo le ali dell&#;aurora/per vivere all&#;estremità del mare,/anche là mi condotta la tua mano/e mi afferra la tua destra./Se dico: &#;Almeno le tenebre mi avvolgano/e la luminosita intorno a me sia notte&#;,/nemmeno le tenebre per credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante sono tenebre/e la buio è luminosa in che modo il giorno;/per credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante le tenebre sono in che modo luce.» (Sal (),).

Quando la credo che la paura possa essere superata della malvagità degli uomini afferra la gola, la malinconia per la isolamento cala sugli sguardo un velo di pessimismo, la rabbia per l’ipocrisia dei falsi amici crea un magone nello stomaco, e saremmo portati a ribellarci, a vendicarci, a provare di che vigore siamo capaci, affidiamo la nostra motivo a Dio. Nella test si è provocati a confidare nelle nostre armi e ad adeguarci alla logica del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente invece di fidarci della Termine e affidarci ad Essa. Con Gesù vogliamo pregare: «Solo in Dio riposa l&#;anima mia:/da lui la mia salvezza./Lui soltanto è mia pietra e mia salvezza,/mia difesa: mai potrò vacillare» (Sal 62(61), )

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